Perché l’acqua spegne il fuoco?

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Certamente non devo spiegarti che l’acqua spegne il fuoco (almeno in genere), ma perché accade questo?

La ragione per cui l’acqua è in grado di spegnere il fuoco è molto semplice:

L’acqua ha un alto calore specifico e,  per riscaldarsi, necessita di una grande quantità di calore, che naturalmente sottrae al fuoco.
Prendendo calore dal fuoco l’acqua inizia a riscaldarsi rapidamente e, una volta raggiunta la temperatura di 100°C, inizia ad evaporare velocemente trasformandosi in vapore acqueo (quindi si trasforma da liquido a gas).
Quando in seguito all’evaporazione il vapore acqueo sostituisce l’ossigeno nell’aria circostante, la fiamma si spegne per mancanza di nutrimento: il fuoco, infatti, per bruciare ha bisogno di due elementi:
– un combustibile (per esempio la legna);
– un comburente (di solito l’ossigeno).
Mancando uno dei due, il fuoco non è più alimentato e si spegne.

Se hai prestato attenzione, all’inizio dell’articolo ho scritto che l’acqua spegne il fuoco “almeno in genere”.
Ho fatto questa precisazione perché non è sempre l’acqua a spegnere un incendio, dipende dal tipo di incendio.

Infatti, quando a bruciare è olio combustibile, l’acqua non è la scelta consigliata per spegnere questo tipo di incendi. L’acqua, infatti, non fa altro che permettere all’olio incendiato di galleggiare sulla sua superficie, favorendo così il propagarsi dell’incendio.
In quel caso è consigliabile utilizzare delle schiume appositamente create per soffocare la fiamma ed estinguere il fuoco.

Anche nel caso degli incendi su impianti elettrici non va usata l’acqua!
Questo perché  l’acqua è un ottimo conduttore elettrico e, usando l’acqua su condutture elettriche in tensione si rischia sia di avere una scarica elettrica di ritorno verso la fonte d’acqua, e di avere per terra acqua carica di corrente elettrica: in entrambi i casi si rischia di rimanere folgorati.

Quindi, per concludere, non tutti gli incendi e non tutti gli estintori sono uguali.
I fuochi vengono classificati infatti a seconda della sostanza combustibile che li genera.
Ecco un piccolo vademecum dei tipi di incendi e del tipo di estinguente adatto a ciascuno di essi.

Tipi di incendio

Classe A: materiali solidi come legno, carbone, carta che bruciando formano brace.
Classe B: materiali liquidi come alcoli, benzine, solventi che bruciano sviluppando una fiamma intensa.
Classe C: gas infiammabili come idrogeno, metano, acetilene.
Classe D: metalli come magnesio, potassio, fosforo reattivi all’acqua con formazione di idrogeno e pericolo di esplosione.
Classe E: apparecchiature elettriche sulle quali devono essere usati agenti estintori NON conduttori. MAI USARE ACQUA.

CLASSE ESTINTORE

A – acqua, schiuma, estintori a polvere di tipo ABC, Halon.
B – schiuma, estintori a polvere di tipo ABC, Halon, CO2.
C – acqua, estintori a polvere di tipo ABC, Halon.
D – polveri speciali, sabbia.
E – estintori a polvere di tipo ABC, Halon, CO2.

Che tipo di reazione genere ciascun estinguente su una fiamma?

  • Acqua: serve soprattutto a raffreddare il combustibile incendiato quindi è meglio utilizzare acqua frazionata in modo da ripartirla su una superficie maggiore possibile.
    Inoltre l’acqua va utilizzata anche su materiali non ancora coinvolti nell’incendio al fine di evitare l’innesco (ad esempio bagnare la legna che non brucia ancora);
  • schiuma: ha azione soffocante e va versata sul combustibile nel modo meno violento possibile;
  • polvere: soffoca e raffredda contemporaneamente, va scaricata sul fuoco dirigendola verso la base dello stesso;
  • CO2: ha azione di soffocamento ed agisce quindi saturando il volume interessato dall’incendio;
  • Halon: arrestano l’incendio operando chimicamente e possono essere utilizzati in fuochi elettrici fino a 100 kV.
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