Oggi si sente parlare molto di birre non filtrate e non pastorizzate e questi termini vengono sfruttati a livello di marketing come caratteristica per valorizzare il prodotto.
E’ importante perciò conoscere il reale significato dei due termini.
Le birre non filtrate sono quelle che non sono state sottoposte al processo di filtrazione e sono generalmente birre artigianali.
Normalmente vengono realizzate in piccoli birrifici con l’utilizzo di macchinari “quasi casalinghi”, con tutti i benefici che ne possono derivare.
Pertanto ne consegue un prodotto quasi unico da cui traspare l’attenzione e la cura impiegate nella produzione.
I birrifici artigianali quindi prediligono la qualità ed il rispetto delle tradizioni, alla produzione di massa.
Ciò che caratterizza un birra non filtrata è l’essere torbida anziché trasparente, e con un sapore corposo e deciso.
La filtrazione è un metodo di separazione fisico-meccanico che si usa per togliere i depositi dei lieviti che sono all’interno della bevanda dopo la fermentazione secondaria. É chiaro che la filtrazione non può avvenire nelle birre rifermentate in bottiglia, poiché non vengono stappate fino al momento del consumo.
A livello visivo le birre non filtrate hanno un aspetto torbido e possono presentare piccoli depositi sul fondo del contenitore.
Ma questa è una cosa assolutamente normale in questo prodotto e non fa male.
Le birra non filtrata ha 42 cal per 100 ml, quindi circa 14 calorie in una lattina da 33 cl.
Al contrario gli impianti industriali utilizzano metodi di produzione e macchinari che permettono di standardizzare il prodotto finale, ovvero producono birre filtrate dal gusto sempre costante.
Il processo di filtratura, però, sia pur facendo apparire il prodotto finale limpido e gradevole alla vista fa pagare un prezzo non indifferente: la birra filtrata, infatti, perde gran parte delle proprietà nutritive e organolettiche originarie.
La pastorizzazione è un trattamento che permette di neutralizzare gli enzimi e distruggere i microrganismi residui all’interno della birra, allungandone la conservazione.
La pastorizzazione consiste nel riscaldare la birra e può essere effettuata sia prima dell’imbottigliamento sulla birra sfusa che dopo l’imbottigliamento sulla birra rifermentata in bottiglia.
Al contrario, le birre non pastorizzate sono più adatte a piccole produzioni dato anche il minor tempo di conservazione.
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